Il nuovo meccanismo di funzionamento dell'analisi di normalità economica, corretto per effetto del possibile impatto della crisi, è desumibile dalle indicazioni contenute nel paragrafo 2 della nota tecnica e metodologica allegata al decreto che sancisce la revisione congiunturale degli studi di settore per l'anno 2008.
Innanzitutto va precisato che la correzione potrà interessare solo i soggetti che presentano una riduzione dei ricavi/compensi dichiarati ai fini della congruità nel 2008, rispetto al medesimo dato del 2007. Ciò non significa che, nella pratica, non si possano riscontrare situazioni in cui, pur verificandosi incremento dei ricavi 2008, si sia comunque patito un effetto negativo della crisi. In queste ipotesi, tuttavia, nessun automatismo scatterà nel software e i contribuenti avranno la possibilità di segnalare, nel quadro delle annotazioni libere, la situazione di particolare turbolenza del mercato di riferimento che ha comportato la sterilizzazione dei correttivi. Peraltro, va segnalato al riguardo che alcuni uffici locali lamentano che queste informazioni risultino non leggibili dagli archivi e, sul punto, sarebbe opportuna una verifica delle procedure.
Per gli indicatori che monitorano le "rese" dei fattori produttivi (valore aggiunto per addetto, redditività dei beni mobili strumentali, resa oraria per addetto, resa oraria del professionista), si provvede a una riduzione della soglia minima di normalità economica in misura pari alla contrazione dei ricavi/compensi dichiarati. Per conseguenza, i precedenti valori ritenuti "normali" vengono in automatico decrementati per tenere in considerazione la contrazione della dimensione dei ricavi/compensi prodotti. Ciò sta a significare che, in periodi di crisi, risulta tollerabile l'evidenza di una minore produttività dei beni e degli addetti, senza che possa scattare il sospetto che la medesima sia dovuta a proventi non dichiarati.
Diversamente, per i parametri che verificano le rimanenze si provvede all'incremento della misura massima di normalità economica (durata delle scorte), oppure alla riduzione della soglia (rotazione del magazzino), in modo da considerare l'incremento delle rimanenze imputabile esclusivamente all'effetto della crisi economica (ciò si verifica per effetto di abbondanti approvvigionamenti effettuati in periodi in cui non si prevedeva la successiva situazione di stallo del mercato). In questo caso, pertanto, si fuga il dubbio (che fu all'origine dell'introduzione degli indicatori) che il valore del magazzino sia stato artificiosamente aumentato per celare vendite non fiscalizzate, al solo fine di raggiungere la congruità.
Per i soggetti che, nonostante gli interventi, rimangono non normali (con conseguente richiesta del software di ulteriori ricavi), il maggior dato relativo al costo del venduto viene ulteriormente diminuito dell'incremento delle rimanenze finali riconducibile alla crisi economica. Quest'ultimo dato (che, ovviamente, non può essere maggiore della variazione delle rimanenze) è la risultante del rapporto tra la differenza tra ricavi 2007 e ricavi 2008 e il ricarico del 2008. Il denominatore della frazione, in particolare, risulta dal rapporto tra i ricavi del 2008 e il costo del venduto della medesima annualità.
